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Fiaip, Baccarini: "L'attività di assistenza e consulenza delle agenzie immobiliari continua con i mezzi telematici"

20/03/2020

Qual è l’impatto dell’emergenza coronavirus sulle agenzie immobiliari?

"Ad oggi la situazione è molto pesante, direi devastante. Come tutte le attività a contatto con il pubblico, anche le agenzie immobiliari risentono fortemente delle prescrizioni restrittive del governo, che sono assolutamente condivisibili. In merito, stiamo registrando un diffuso senso civico di responsabilità tra tutti i professionisti del settore. 

Lo scorso 4 marzo, prima degli ultimi stringenti decreti, come Fiaip, abbiamo partecipato al tavolo sull'emergenza coronavirus convocato dal Ministero per i Beni e le Attività culturali e per il Turismo e abbiamo presentato al sottosegretario Lorenza Bonaccorsi 10 proposte per la categoria. Le stesse proposte le abbiamo presentate anche al sottosegretario del Ministero dello Sviluppo economico, Alessio Morani.

Nel dettaglio, abbiamo proposto: 

  • la sospensione per 12 mesi delle rate dei mutui e dei finanziamenti; 
  • la sospensione per 12 mesi dei versamenti Iva; 
  • la sospensione, almeno fino al 30 settembre 2020, del versamento della ritenuta d'acconto operata, ovviamente proseguendone la raccolta; 
  • la sospensione, almeno fino al 30 settembre 2020, del versamento dell'imposta di soggiorno già raccolta, proseguendone la raccolta; 
  • la sospensione di eventuali rate di rottamazione e/o dell'Agenzia delle Entrate – Ufficio Riscossione almeno fino al 30 settembre 2020; 
  • un accesso al Fondo di Garanzia fino all'80% del capitale richiesto con restituzione nei prossimi 48 mesi; 
  • l'utilizzo dell'imposta di soggiorno, finalizzata al sostegno del turismo, anche per sostenere azioni a favore delle agenzie immobiliari in quanto operatori attivi e responsabili nella riscossione di tale tributo; 
  • la sospensione del pagamento dei contributi per i dipendenti e per i titolari di agenzia, fino almeno al 30 settembre 2020, a supporto del mantenimento dei posti di lavoro; 
  • la sospensione del pagamento di Imu e Tari almeno fino al 31 dicembre 2020; 
  • il credito d'imposta per chi ha perso oltre il 25% del fatturato nel 2020". 

Come stanno affrontando le agenzie immobiliari questo difficile momento?

"C'è massima responsabilità e senso civico da parte di tutti. Dal punto di vista fisico le agenzie immobiliari hanno dovuto chiudere per evitare assembramenti e contatti tra le persone, ma le attività di assistenza, consulenza e vicinanza ai clienti possono e devono continuare da casa con l'ausilio dei mezzi telematici/digitali. 

Pensiamo che questa sia anche una grande opportunità di accrescimento professionale e di credibilità, di aumento di fiducia da parte del cliente, che in questo momento delicato vede che abbiamo a cuore le sue esigenze e teniamo alla sua salute. Per il grande rispetto di tutto ciò, ci si ferma un momento a livello di visite, di sopralluoghi, di attività fisica, ma si prosegue con l'attività di assistenza e di consulenza".

Si stanno mettendo in campo misure alternative per continuare ad operare?

"Per tutti quanti sono cambiate le abitudini, sia personali che lavorative/professionali. Confrontandomi anche con i presidenti di Fimaa e Anama, registro un grande senso civico di responsabilità da parte di tutti i professionisti del settore nel cercare di tutelare la salute privata e pubblica. C'è grande preoccupazione per le conseguenze economiche, ad oggi non quantificabili vista l'incertezza temporale della sfida dell'emergenza sanitaria. 

Trattandosi di un'attività aperta al pubblico, abbiamo dato l'indicazione di chiudere fisicamente le agenzie immobiliari, pur incentivando la continuazione dell'attività dal punto di vista del lavoro agile, quindi da casa, potenziando gli strumenti digitali e telematici. E' importante utilizzare questi strumenti per garantire l'assistenza, la consulenza e soprattutto la vicinanza ai propri clienti facendo percepire loro che abbiamo a cuore le loro esigenze e i loro interessi, ma anche e soprattutto la loro salute.

A noi come associazione arrivano tante domande su come comportarsi, nel rispetto massimo delle indicazioni governative. Il punto è cercare di rimanere a casa. Ci sono poi situazioni di primaria necessità, indifferibili, eccezionali, che rientrano nelle indicazioni governative. In questi casi, l'agente immobiliare continua ad operare dal punto di vista dello spostamento fisico, ma con tutte le precauzioni igienico-sanitarie del caso e in accordo ad esempio con i notai per quanto riguarda la stipula notarile. Il tema è evitare assembramenti di persone, contatti fisici. Ecco perché viene stimolato il più possibile il lavoro da casa".

Prima dell'ultimo decreto avete lanciato delle linee guida operative per le agenzie immobiliari. In cosa consistono?

"Si tratta di linee guida che abbiamo dato agli agenti immobiliari prima del decreto dell'11 marzo. Tali linee guida rimangono valide per quello che riguarda l'operatività in senso stretto. 

L'11 marzo il governo ha dato una stretta molto forte, ma prima dell'11 marzo faceva rientrare l'attività dell'agente immobiliare tra quelle attività che potevano continuare a operare, probabilmente anche per le connotazioni sociali del nostro lavoro inerenti a un bene di prima necessità, che è la casa. Noi, come era nostro dovere in quanto associazione, abbiamo quindi dato delle indicazioni su come operare nel massimo rispetto delle prescrizioni governative di quel momento".

Un commento, infine, sul decreto "Cura Italia"?

"Per noi rappresenta un primo passo, ma ci aspettiamo molto di più. Lo consideriamo un assaggio di qualcosa che auspichiamo molto più concreto, visto che anche il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, hanno dichiarato che questo è un primo decreto. A parte alcune sospensioni di pagamenti - che certamente possono alleviare il momento, ma che sono a breve durata - e a parte il tema degli ammortizzatori sociali, la cassa integrazione allargata anche alla nostra categoria, non ci sono sostanzialmente dei provvedimenti che una volta passato questo periodo possono poi veramente consentirci di partire con quello slancio che tutti auspichiamo. 

Secondo noi questa è l'opportunità di fare una manovra shock. E speriamo che magari in un secondo intervento questo avvenga. Una manovra shock vorrebbe dire fare interventi di almeno 100 miliardi concreti in un primo anno, dove - a nostro avviso - 25 miliardi dovrebbero servire per togliere fiscalmente le tasse patrimoniali (Imu e Tasi), 25 miliardi dovrebbero andare nel cuneo fiscale, 25 miliardi nelle infrastrutture (opere pubbliche concrete) e 25 miliardi sulla sanità, ricerca e cultura. 

Nell'iter parlamentare di conversione del decreto lavoreremo con i nostri emendamenti per cercare di affinare alcune cose. Il testo è allo studio dei nostri consulenti. Non vogliamo esprimerci in maniera totalmente negativa, anche perché capiamo il momento. Il decreto rappresenta un primo passo, ma auspichiamo qualcosa di molto più sostanzioso nel prossimo intervento e noi daremo il nostro contributo".

Fonte:Idealista

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